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Finiture&Colore -2006

2006

Progetto pubblicato

Finiture&Colore anno 2006

Be.Ma Editrice srl

Intervento di conservazione e restauro di Palazzo Cova a Milano

PALAZZO COVA A MILANO

 Quando la manutenzione diventa restauro conservativo.

 Pulitura, consolidamento e protezione rappresentano l’insieme degli interventi che sono stati effettuati su questo importante palazzo privato milanese , tra i più rappresentativi del periodo dell’architettura eclettica del primo novecento italiano,  che possono essere compresi nell’accezione della  manutenzione ordinaria.

La semplice ma attenta  pulitura con sistemi assolutamente rispettosi di tutti i materiali esistenti, il  consolidamento limitato solo dove strettamente necessario, la ricostruzione delle sole parti rimosse perché realizzate con materiali non idonei a  preservarne la conservazione , la messa in sicurezza delle situazioni inaffidabili di alcuni sporti ed infine nell’indispensabile protezione finale dei materiali  rappresentano l’insieme delle operazioni tecniche eseguite in questo intervento  di manutenzione e conservazione .

L’intervento sui laterizi faccia a vista. Il paramento esterno “faccia a vista”  è ottenuto dall’accostamento dei classici mattoni da costruzione posati in opera con giunti regolari di malta. Per cui la cause che determinano il loro degrado riguardano i due materiali distinti : i laterizi e la malta. Tenendo presente i due tipi di degrado comuni, cioè quello di tipo chimico (dovuto all’atmosfera inquinata ed all’umidità) e quello di tipo fisico con il manifestarsi di fratture, esfoliazioni, sgretolamenti,  si possono verificare fenomeni accompagnati di degrado delle malte di giunzione e di allettamento al supporto.

Nel caso in esame è stata effettuato un primo intervento di pulitura con acqua nebulizzata, secondo tempi e modalità in relazione allo sporco da rimuovere nelle diverse zone,  e successiva spazzolatura generale. Un secondo intervento di ricostruzione di parti mancanti per impedire l’infiltrazione di acqua piovana e di stilatura dei giunti rimuovendo quelli non idonei effettuate con malte cementizie e sostituiti con nuove malte a base di grassello di calce.

La protezione dei laterizi è stata ottenuta attraverso l’applicazione di un prodotto  a base di organosilossani.

 

L’intervento sulle superfici lapidee.Analogamente a quanto effettuato sulle parti a mattone, le superfici lapidee esistenti a formare la zoccolatura a bugnato dell’edificio sono state ripulite con acqua deionizzata nebulizzata. Sebbene ci fossero presenti alcune esfoliazioni è stato deciso di non effettuare un trattamento preconsolidante delle superfici prima della pulitura perché ciò avrebbe ulteriormente fissato lo sporco rendendo più difficoltosa la sua rimozione con sicura perdita di materiale. Numerose stuccature sono state effettuate tra le lastre nel controllo dei giunti di accosto sempre con idonei impasti a base calce.

L’applicazione di idoneo protettivo finale ha interessato tutte le superfici della zoccolatura, mentre le parti più basse sono state interessate anche da un intervento ulteriore di protezione con sistema antigraffiti per monumenti a base di un emulsione acquosa di polimeri paraffinici .

 

L’intervento sulle superfici a cemento decorativo.Dando per scontato che l’approccio fondamentale che deve essere adottato nel caso del recupero dei cementi decorativi, soprattutto quelli del periodo liberty, è simile a quello delle facciate lapidee, cioè quindi impegnarsi per mantenere  l’aspetto originale dei manufatti scartando a priori qualsiasi soluzione di pitture uniformanti e coprenti, le superfici esistenti sono state ripulite con una leggerissima idrosabbiatura umida a pressione controllata con inerti di granulometria e durezza differenziata in relazione al tipo di superficie ed allo sporco da rimuovere .

Alcune  parti gravemente lesionate, in fase di sgretolamento o di distacco sono state rimesse in sicurezza integrando alcune parti mancanti  mediante malte sempre a base calce e inerti simili e compatibili con gli originali, ancorandole con reti, perni e morsettature. Data la perfetta somiglianza all’originale raggiunta dalla ricostruzioni, sia  morfologicamente che matericamente, è stato deciso di dare riconoscibilità alle parti aggiunte attraverso una lavorazione superficiale leggermente diversa da quella originale. Importante cura è stata data a quella zona sul lato della via Carducci in cui esiste un rivestimento di facciata in cemento che fintamente rievoca l’immagine delle lastre lapidee. In questo caso le stuccature e la ripresa di parti inaffidabili o crepe e fessurazioni sono state eseguite ricreando le specifiche colorazioni degli impasti di cemento utilizzati originariamente.