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Borgo Rubone

2500 mq.

Bernate Ticino (MI)

2007, 2014

Recupero dell’insediamento rurale dismesso di Borgo Rubone

Destinazione : residenziale

Committente : soc. Imm.Ticino 90 srl

Incarico assolto dal 2007 al 2014

Progettazione preliminare e comunale (con Arch. Annio Matteini)

Progettazione esecutiva

Direzione Lavori (cantiere interrotto)

L’intervento di recupero del borgo rurale si colloca all’interno dei confini del Parco Lombardo della Valle del Ticino in Località Rubone del comune di Bernate Ticino, in provincia di Milano. La presenza della ex Chiesa di santa Maria della Pace testimonia l’esistenza di una comunità autonoma in questo luogo già da prima del ‘500. Il nucleo della cascina Rubone costituì in passato un’antica località di sosta lungo il Naviglio Grande, ricovero per i passeggeri. Dopo l’escavazione del Naviglio Grande l’abitato divenne punto di sosta dei barconi che navigavano il canale: residenza dei “barchiroli” il borgo deve la sua decadenza con la diminuzione del trasporto delle merci lungo il Naviglio. L’impianto abitativo aveva una sua propria autonomia ed un supporto commerciale fino alla distruzione dei vigneti ed alla realizzazione di un ampia cava per la ghiaia. Venendo meno le attività lavorative sul luogo e non avendo tempestivamente offerto alternative di lavoro alla popolazione esistente, si è prodotto un rapido abbandono della zona ed un incontrollato degrado delle strutture architettoniche. Attualmente dopo le operazioni di bonifica nell’alveo della cava è possibile riproporre la rinascita del complesso edilizio, infatti l’area si trova all’interno di un ampia ansa del Naviglio Grande e l’insieme dell’ex cava con la penisola di Rubone costituiscono un unico e fortunato episodio di equilibrio ambientale predisposto naturalmente al ritorno dell’originaria destinazione abitativa. L’intervento di recupero del Borgo di Rubone si fonda su tre presupposti progettuali fondamentali:

  1. non erodere inutilmente territorio naturale al di fuori dell’area già edificata storicamente;
  2. restaurare i fabbricati storici esistenti e recuperabili della torre e della chiesa;
  3. ristrutturare tutti i fabbricati esistenti ricostruendoli secondo l’architettura locale.

Il borgo recuperato, infatti, manterrà la sua struttura e composizione originaria in quanto gli edifici ristrutturati avranno la medesima forma, posizione e altezza. Solo le dimensioni planimetriche subiranno le minime modifiche per rientrare nei parametri richiesti dalla recente normativa in merito al risparmio energetico. Nella ristrutturazione dei singoli edifici, inoltre, saranno mantenuti tutti gli elementi della tradizione quali ballatoi, portici, serramenti, ecc.., consentendo il mantenimento dell’aspetto tradizionale.

A tale scopo gli intonaci a base calce saranno nei colori della tradizione: giallo, color mattone e nocciola chiaro e sotto l’aspetto architettonico tutti gli edifici presenteranno dettagli, materiali e caratteristiche simili (ma non uguali) ma sempre riferibili alla tradizione costruttiva locale tipica delle cascine lombarde e piemontesi.

Alcune caratteristiche architettoniche riguardano l’utilizzo di:

– superfici alternate d’intonaci e mattoni anticati,

– contorni lapidei limitati esclusivamente agli ingressi delle unità abitative,

– recupero dell’immagine del ballatoio distributivo adottando piccoli terrazzi privati contigui realizzabili con lastre e mensole di beola,

– ringhiere in ferro battuto,

– serramenti finestre e persiane nonché e le orditure delle coperture saranno in legno

– tetti in coppi con falde inclinate, secondo le pendenze storicamente riscontrabili, e

comignoli in muratura (non prefabbricati ma costruiti in opera)

– grigliati in muratura secondo le diverse disposizioni caratteristiche delle vecchie cascine

– testate degli edifici tutte differenziate ma sempre caratterizzate da elementi della tradizione   (finestre circolari, solette delimitate, ecc…)